Si segnala come risulti necessario importare ad un prezzo elevatissimo (più del quadruplo che in Italia) i beni alimentari, tutti di importazione. Gli alimenti locali sono, infatti, da evitare per assenza totale di igiene e i pochi esercizi commerciali che vendono prodotti alimentari in condizioni igieniche sufficientemente controllate (per lo più all’interno di basi militari) applicano prezzi quattro volte superiori a quelli italiani in quanto di importazione estera. Si verificano spesso episodi di malattie gastrointestinali dovute al consumo di alimenti acquistati sul mercato locale. Anche l’acquisto di beni necessari allo svolgimento di attività di rappresentanza è fortemente condizionato dalla difficile reperibilità e dagli altissimi costi di approvvigionamento dall’estero. Nell’anno in corso si e’ registrato un drastico aumento del costo della vita per l’incremento dei costi di importazione dei beni alimentari e di prima necessità non reperibili sul mercato locale. L'energia elettrica continua ad essere erogata in modo molto discontinuo durante le 24 ore, con frequenti sbalzi di corrente e conseguente danno irreparabile delle apparecchiature elettriche. Il costo dell'elettricità è più che raddoppiato rispetto al 2010 (bolletta media bimestrale 1200/1500 dollari). Agli occidentali viene applicata una tariffa doppia rispetto a quella locale. Costosa necessità di dotarsi di stabilizzatori di corrente, generatore di emergenza (con alti costi di acquisto e mantenimento) e riserva di carburante con costi molto esosi. Necessità di dotarsi di personale di servizio e di altro personale che possa svolgere quotidianamente la spesa alimentare, custodi all'interno e guardie armate all'esterno dell'abitazione, con costi elevatissimi di queste ultime a carico dei singoli dipendenti. La precarietà delle condizioni di sicurezza rende obbligatorio l'acquisto di costosi sistemi di protezione passiva per le abitazioni (filo spinato, illuminazione esterna, pellicola anti esplosione, taniche di riserva di acqua potabile, impianti di allarme, sacchetti di sabbia, ecc) nonché il pagamento di guardiani privati o l'allestimento di box di sicurezza per la polizia locale, che va regolarmente fornita di scorte alimentari e di integrazione salariale. L’aggravarsi delle condizioni di sicurezza impone al personale espatriato di alloggiare in compound all’interno delle Ambasciate e delle Organizzazioni di appartenenza o, qualora non disponibili, di cercare abitazioni nelle aree più sicure e controllate adiacenti al quartiere delle Ambasciate, situazione che ha portato, nell’ultimo anno, a un generale raddoppiamento dei prezzi per i nuovi contratti d’affitto, dovuto anche al fatto che le Organizzazioni internazionali e altri Paesi sono disposte a pagare canoni nettamente superiori ai prezzi di mercato, già elevati. E’ prassi comune richiedere agli affittuari espatriati da 6 mesi a un anno di affitto anticipato e di farsi interamente carico degli ingenti costi di ristrutturazione. La maggior parte delle abitazioni in affitto inoltre ha una metratura di circa 150 mq, non ammobiliata, in pessime condizioni e necessita di ampi lavori di ristrutturazione (infissi, impianti idraulici, pavimenti, tubature e riparazioni varie). Nella stragrande maggioranza dei casi bagno e cucina non rispondono agli standard occidentali e devono essere completamente risistemati, a spese dell’inquilino. Non esiste un’offerta culturale. I locali pubblici (pochi comunque) sono da evitare perche obiettivo di attentati. Non esistono servizi ricreativi. Non e’ possibile acquistare libri o materiale culturale, che deve essere portato dall’estero. Scarsa disponibilità di Internet a costi proibitivi.